La più grande sfida per i CEO: il lato umano!

Gli amministratori delegati e i leader delle più grandi aziende del mondo hanno rivelato in uno studio condotto da Egon Zehnder che gli aspetti umani delle loro responsabilità sono tra le maggiori sfide ai vertici dell'azienda.

Come ci si sente ad essere a capo di un'azienda? I CEO sono consapevoli della loro esperienza e del loro know-how operativo, ma riconoscono la necessità di cambiare se stessi per stare al passo con gli sviluppi del business. (Immagine: Fotolia.com)

402 CEO di aziende con sede in undici Paesi del mondo, con un fatturato complessivo stimato in 2,6 trilioni di dollari, hanno condiviso le loro esperienze di leadership nel recente studio "The CEO: A Personal Reflection" condotto da Egon Zehnder.

CEO sotto pressione

"La pressione sui leader non è mai stata così forte: i CEO sono consapevoli di avere le competenze e l'esperienza necessarie per svolgere il loro ruolo. Ma la complessità in cui la leadership deve muoversi oggi - conquistare e convincere le persone, esercitare influenza e creare un clima di collaborazione e innovazione - pone sfide importanti anche ai migliori leader", afferma Kati Najipoor-Schütte, responsabile del gruppo di lavoro globale CEO di Egon Zehnder. E aggiunge: "Nel nostro mondo economico complesso e volatile, i CEO non devono solo padroneggiare gli strumenti del mestiere, ma anche svilupparsi continuamente. I migliori top manager sono costantemente in viaggio, cercano di capire meglio se stessi e imparano incessantemente. Allo stesso tempo, guidano le loro organizzazioni attraverso trasformazioni spesso radicali".

Spesso non sufficientemente preparati

Clemens Hoegl, Partner di Egon Zehnder Svizzera: "È particolarmente sorprendente che solo il 28% dei CEO reclutati internamente - e il 38% di quelli reclutati esternamente - si senta ben preparato per il ruolo di CEO. Ciò suggerisce che la preparazione per il passaggio al ruolo di CEO è ancora sistematicamente sottovalutata". Clemens Hoegl continua: "Lo studio dimostra che il successo di un'organizzazione dipende dalla capacità del suo capo di gestire con successo una serie di priorità a breve e a lungo termine. Questo è possibile solo se un top manager e amministratore delegato può utilizzare tutte le sfaccettature della sua umanità che gli servono per il suo ruolo. Oggi il successo della leadership dipende da questo più che mai. Un leader che rimane umile, consapevole della propria vulnerabilità e aperto al feedback, all'autoconsapevolezza e all'apprendimento continuo ha già gettato le basi per il successo della sua organizzazione. La capacità di cambiare se stessi è la chiave per trasformare la propria organizzazione".

Sembra così facile e invece è così difficile

Riassumendo i principali risultati dello studio "The CEO: A Personal Reflection", emerge quanto segue: La maggior parte dei leader ritiene di avere gli strumenti e l'esperienza professionale giusti per avere successo nel proprio ruolo. Ma alcuni aspetti personali rappresentano una sfida particolare. Ad esempio, il 74% degli intervistati afferma che le proprie prestazioni ed esperienze passate li hanno preparati al ruolo di CEO, ma il 47% dichiara che lo sviluppo del proprio team di leadership è stato più difficile del previsto. Per il 50% degli intervistati guidare il cambiamento culturale è "più difficile del previsto" e per il 48% trovare il tempo per l'auto-riflessione è più difficile del previsto. A posteriori, solo il 32% si sente ben preparato per il ruolo di CEO.

Passare dalla pura "gestione" a una maggiore "leadership"?

Secondo lo studio, sempre più amministratori delegati riconoscono l'importanza delle soft skills e del proprio sviluppo. Ciò suggerisce che i CEO intervistati si stanno orientando verso uno stile di leadership più riflessivo e collaborativo: Il 54% dei CEO concorda sul fatto che il passaggio al ruolo richiede un'intensa riflessione personale, mentre il 79% riconosce di aver bisogno di questa capacità di cambiare se stessi e la propria azienda. Ma quando si parla di "Allzumenschlich", per molti sembra ancora prevalere il "manager severo": Solo il 57% degli amministratori delegati dichiara di mostrare apertamente le proprie emozioni. Nel frattempo, il 78% degli amministratori delegati afferma che è giusto ammettere gli errori.

Molti amministratori delegati ritengono di non aver avuto il sostegno necessario per compiere il passaggio cruciale della carriera. Il processo di successione significa lavoro mirato agli occhi di alcuni. In particolare, gli amministratori delegati che provengono dall'interno dell'azienda si sentono meno preparati rispetto agli esterni, secondo lo studio:

  • Il 44% dei CEO intervistati ha dichiarato che la propria nomina non fa parte di un processo di successione pianificato e formale (esterno 54%, interno 36%).
  • Solo il 28% dei CEO selezionati internamente si sente ben preparato (38% di quelli reclutati esternamente).
  • Il 65% degli intervistati dichiara che è in corso la pianificazione della propria successione. Ma solo il 32% ha attualmente un processo chiaro in corso.
  • Solo il 38% degli intervistati dichiara di rivolgersi al proprio consiglio di amministrazione per ottenere un feedback onesto, e solo il 28% si rivolge ai colleghi del consiglio di amministrazione o ai dirigenti.

Le differenze più importanti nei risultati svizzeri

Lo studio è stato condotto in tutto il mondo. Di conseguenza, non tutti i risultati possono essere generalizzati a tutti i Paesi e a tutte le culture. Le risposte internazionali e svizzere alle seguenti domande presentano notevoli differenze:

  • "Costruire un team di leadership": mentre per il 47% dei CEO internazionali è stato difficile costruire un team di leadership nel loro nuovo ruolo, solo il 23% dei CEO svizzeri lo ha fatto.
  • "La sua nomina faceva parte di un piano di successione pianificato e formale?". In Svizzera, l'83% delle disposizioni per la successione dei CEO rientrava in un piano di successione pianificato e formale, mentre all'estero ciò accadeva solo per il 17%.
  • "Bilanciare l'attenzione finanziaria a breve termine con la trasformazione a lungo termine della mia azienda". Per il 37% dei CEO internazionali si è trattato di un compito impegnativo, mentre solo il 15% dei CEO nazionali lo ha ritenuto tale.
  • "Gestire l'impatto sulla mia vita familiare e personale". Solo il 35% dei CEO internazionali trova difficile conciliare la vita personale e familiare, mentre per il 62% dei CEO svizzeri si tratta di una sfida importante.

L'ultimo punto, in particolare, ci fa alzare la testa e prendere nota. Sorge quindi la domanda: i CEO svizzeri devono lavorare di più sull'equilibrio tra lavoro e vita privata?

Fonte: Egon Zehnder

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