La distrazione da smartphone è una questione di personalità

Come tutti sappiamo, lo smartphone offre molte possibilità, ma ha anche effetti collaterali: È una distrazione, ad esempio al volante o al lavoro. I ricercatori bernesi dimostrano ora che le differenze di personalità nella capacità di autocontrollo possono spiegare se le persone reagiscono immediatamente ai segnali dello smartphone.

Lo smartphone è un bene, ma è anche una distrazione. (Immagine: Günter Havlena / pixelio.de)

Chiunque possieda uno smartphone sa che riceviamo messaggi di chat, messaggi push dall'app del giornale o telefonate decine di volte al giorno. Spesso i messaggi o le chiamate interferiscono con la nostra concentrazione sull'attività in corso, sia in ambito professionale che, ad esempio, durante la guida. Qual è la motivazione che spinge le persone a reagire immediatamente a un segnale e a tirare fuori lo smartphone? I ricercatori dell'Università di Berna hanno voluto scoprirlo.

Lo scarso autocontrollo influenza l'uso degli smartphone

In un nuovo studio, un team interdisciplinare dell'Università di Berna, composto dal Prof. Dr. Sebastian Berger e Annika Wyss dell'Istituto di Organizzazione e Risorse Umane e dalla Prof. Dr. Daria Knoch del Dipartimento di Psicologia Sociale e Neuroscienze Sociali dell'Istituto di Psicologia, dimostra che le persone con una bassa capacità di autocontrollo tendono a reagire più immediatamente ai segnali acustici provenienti dallo smartphone. Per il loro studio, i ricercatori si sono affidati a un metodo consolidato della psicologia: hanno invitato 108 soggetti a partecipare a un "campionamento di esperienze". Si tratta di un metodo in cui i soggetti del test ricevono più volte al giorno un messaggio sullo smartphone per rispondere ad alcune domande sul loro attuale stato d'animo. In questo caso specifico, le domande riguardavano le esperienze di consumo. Tuttavia, l'obiettivo reale del team di ricerca era quello di misurare il tempo di reazione di una persona al messaggio. Su un totale di 1.620 segnali dello studio (15 per ogni esaminatore, distribuiti su 3 giorni), sono state fornite 1.493 risposte. Di questi, 335 hanno risposto entro il primo minuto. L'aspetto centrale dello studio consisteva nel collegare i tempi di risposta con la capacità di autocontrollo dei soggetti, misurata con test standardizzati sette settimane prima.

Il grado di controllo degli impulsi influenza il tempo di reazione

L'analisi mostra quanto segue: Per le persone con un minore autocontrollo è stato molto più difficile non reagire immediatamente al segnale dello smartphone. Questo effetto è rimasto stabile anche quando nel modello statistico sono stati inclusi altri tratti della personalità. "L'autocontrollo misura la capacità di mantenere il controllo su un impulso", spiega Daria Knoch. "Questo è necessario per rimandare la necessità di reagire al messaggio fino a quando, ad esempio, il lavoro è finito o l'auto è stata guidata in sicurezza fino a destinazione", spiega il neuroscienziato. È interessante notare che il grado di capacità di autocontrollo non è in grado di spiegare le differenze nei tempi di risposta. "Il grado di autocontrollo non può spiegare perché una persona risponde dopo 11 o 12 minuti", spiega Annika Wyss, "ma un grado basso è adatto come strumento diagnostico per spiegare le risposte immediate".

Analisi dei processi psicologici importanti per la progettazione delle condizioni di lavoro

"Quando si ricercano gli effetti collaterali dell'uso degli smartphone, è importante innanzitutto capire quali sono i fattori psicologici che portano a utilizzare così spesso gli smart companion in situazioni rischiose. Con la capacità di autocontrollo abbiamo identificato uno di questi processi", riassume Sebastian Berger, responsabile dello studio. "Ancora una volta, questo studio dimostra i vantaggi della ricerca interdisciplinare", continua Berger. Gli economisti aziendali interessati a progettare le migliori condizioni di lavoro possibili, ad esempio, dipendono dalla ricerca di base delle neuroscienze. I risultati dello studio potrebbero essere utilizzati, ad esempio, per discutere se sia sensato per un'azienda distribuire smartphone a tutti i dipendenti o se, ad esempio, le e-mail non debbano più essere inviate ai cellulari dei dipendenti dopo il lavoro.

Fonte: Istituto per l'organizzazione e il personale, Università di Berna

 

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